Architettura

La "Architettura per Parti"

 

Dal libro "Logica e complessità dell'architettura" di Gianfranco Moneta, frutto di una ricerca sulla lettura dei processi "interni" all'architettura, che individuano i suoi meccanismi di configurazione, a cui Andrea Moneta ha attivamente collaborato dal 1997 al 2005.

 

"Il Linguaggio può essere considerato come un insieme di giochi linguistici: esso è paragonabile a una città, costruita in tempi diversi, fatta di edifici dagli scopi e dalle funzioni più differenti."

 

L. Wittgenstein, Ricerche Filosofiche, 1953

In analogia ai principi della linguistica, si considera il lessico architettonico come insieme di oggetti da associare o contrapporre in una unità linguistica articolata, dotata di senso compiuto che, organizzata e definita, forma una frase elementare o complessa.  Un gioco linguistico: L'Architettura per Parti.

1 Genesi e forma

2 Parte come totalità

3 L'articolazione della parte

4 La dissoluzione della parte

5.1 L'architettura della parete

5.2 L'architettura del setto

5.3 L'architettura in profondità

1 - Genesi e forma

Il senso dell’architettura per parti ha origine nella dispersione di oggetti costruiti, frammenti chiusi in sé, dotati di una determinata destinazione d’uso, separati gli uni dagli altri da un vuoto, da uno spazio esterno all’oggetto costruito, ma interno al sistema aggregativo - ancorché casuale che li connette. Il riprendere oggi questa straordinaria forma-principio significa adoperarsi per una maggiore concretezza nella costruzione del progetto di architettura, contrastando una sua  ricorrente ricaduta nell’indefinito, nell’incerto, nel non-disegnato. Significa il riuso di un principio compositivo di straordinaria forza, che consente di progettare mettendo in relazione tra di loro entità (o figure) finite (le parti), e dunque controllabili; consente quindi di organizzare un procedimento compositivo con un lessico proprio.

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2 - Parte come totalità

E’ possibile considerare la parte - intesa come frammento di totalità - sempre in tutta la sua realtà spaziale. La definizione della parte, in quanto figura dotata di totalità, porta a superare il principio riduttivo che considera la pianta come unica generatrice dell’impianto spaziale. In termini compositivi ciò ha significato il predominio del piano-tipo che, reiterato, ha dato vita alla tipologia del multipiano, con evidente disinteresse per l’articolazione spaziale interna.

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3 - L’articolazione della parte

Le parti, nell'architettura moderna, si riconducono a cellule parallelepipede costituite solo dalla loro intelaiatura strutturale. Queste cellule strutturali sono la metafora dell'archetipo trilitico. (fig.A)

Applicazione del principio della sovrapposizione delle parti. (fig.B)

Una serie di parti strutturate sui nodi, quando vengono accostate, consente di strutturare un piano secondo direzionalità contrapposte, creando una maglia potenzialmente infinita. (fig.C)

Se pensato in elevazione, il sistema suddivide lo spazio nelle sue tre dimensioni attraverso una scansione modulare. (fig.D)

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4 - La dissoluzione della parte

Ogni parte - anche la più elementare - può essere scomposta in segni ulteriori: i setti. Il procedimento che svincola da una parete i suoi setti costruttori, si configura come opposta a quella che ha "liberato" le pareti mantenendo intatti gli spigoli. In questo caso la cellula non realizza la continuità degli angoli; gli elementi costituenti (i setti) appaiono scissi tra di loro e la distanza relativa diviene variabile: la configurazione è aperta.

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5.1 - L’architettura della parete.

Architettura della parete: unitarietà della parte elementare (la cellula), la sua chiusura strutturale con l’esterno. Rapporto con l’esterno: la superficie continua della parete viene interrotta attraverso una bucatura, vero e proprio trauma della continuità. L’architettura della parete risolve sulla parete e solo su di essa, attraverso l’intervento della bucatura, la complessività dell’organismo che la sottende; la parete racchiude e quindi “cela” l’organismo; la bucatura costituisce un filtro che rivela (in tutto o in parte) l’organismo stesso.

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5.2 L’architettura del setto

La cellula aperta, costituita in modo da non realizzare continuità attraverso pareti che non danno vita ad angoli, si pone “strutturalmente” in opposizione alla cellula chiusa, precedentemente analizzata.

Apparentemente meno complessa, la cellula aperta si relaziona direttamente con l’esterno attraverso la sua discontinuità strutturale. L’architettura dei setti si realizza attraverso l’evidenziazione costante dello spessore dei setti, che possono essere raccordati o meno tra loro, L’iterazione del setto costituisce il segno fondamentale, Il percorso strutturale (costruttivo) della interconnessione (e non in questo caso, della bucatura), procede dall’arco alla piattabanda cementizia consentendo di non perdere mai di vista il prevalere del setto (discontinuità) sui valori di interconnessione (continuità).

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5.3 L’architettura in profondità

La sovrapposizione: l'architettura del setto sovrapposta all’architettura della parete.

L’architettura della parete sovrapposto all’architettura del setto.

L’architettura della parete sovrapposta all’architettura della parete,
L’architettura del setto sovrapposta all’architettura del setto.

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